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Versione originale in latino


Cum Perseo autem Aemilius Paulus consul III Nonas Septembres dimicavit vicitque eum viginti milibus peditum eius occisis. Equitatus cum rege integer fugit. Romanorum centum milites amissi sunt. Urbes Macedoniae omnes, quas rex tenuerat, Romanis se dediderunt; ipse rex, cum desereretur ab amicis, venit in Pauli potestatem. Sed honorem ei Aemilius Paulus consul non quasi victo habuit. Nam et volentem ad pedes sibi cadere non permisit et iuxta se in sella conlocavit. Macedonibus et Illyriis hae leges a Romanis datae: ut liberi essent et dimidium eorum tributorum praestarent, quae regibus praestitissent, ut appareret, populum Romanum pro aequitate magis quam avaritia dimicare. Itaque in conventu infinitorum populorum Paulus hoc pronuntiavit et legationes multarum gentium, quae ad eum venerant, magnificentissime convivio pavit, dicens eiusdem hominis esse debere et bello vincere et in convivii apparatu elegantem esse.

Traduzione all'italiano


Contro Perseo combattè il cinque settembre il console Emilio Paolo e lo sconfisse dopo aver ucciso ventimila suoi fanti. Dei Romani furono perduti cento soldati. Tutte le città della Macedonia, che il re aveva tenuto, si arresero ai Romani; il re stesso, essendo abbandonato dagli amici, cadde in potere di Paolo. Ma a lui il console Emilio Paolo fece onore come se non fosse stato battuto. A lui infatti, che voleva prostrarsi ai suoi piedi, non lo permise e lo mise nel seggio di fianco a sè. Furono date queste condizioni ai Macedoni e agli Illiri : di essere liberi e versare la metà di quei tributi, che avevano pagato ai re, perchè fosse evidente che il popolo Romano combatteva per la giustizia più che per l'avidità. E così al congresso di numerosissimi popoli Paolo dichiarò ciò e fece imbandire con grande magnificenza un banchetto per le rappresentanze di molti popoli, che erano venute da lui, sostenendo che era proprio di uno stesso uomo sia vincere in guerra sia essere raffinato nella preparazione di un banchetto.

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