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Poetae novelli - Adriano e Gellio Pag. 1
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I poetae novelli ricalcano la tecnica alessandrina (come i neoteroi con Catullo),

tale nove fu dato da Terenziano Mauro e rimanda ai poetae novi. Lo stile è molto

raffinato, evoca immagini ricercate.

Linguaggio molto ricercato (espressioni colloquiali e dialettali, il tutto misto a forme

arcaiche)

Un poemetto famoso di questi poeti è il “Pervigilium Veneris”, ovvero un inno alla dea

Venere (amore e della fecondità) il cui trionfo è celebrato dall’inizio della primavera.

Adriano

L’imperatore fu anche un poeta, Tertulliano lo definì omnium curiositatum explorator

(assetato di sapere), infatti Adriano si circondò di filosofi e artisti di vario genere.

Testo : Apostrofe all’anima

I toni sono molti raffinati, dove c’è scritto “dove te ne andrai”, c’è un senso di angoscia

(quasi dispiacere), per dire che se ne andrà in chissà quali luoghi sperduti.

Gellio

Aulo Gellio, fu conosciuto durante il medioevo con il nome di Agellius. Egli nacque nel

130, forse era di origini africane, in quanto frequentava uomini di cultura proveniente

da quell’area. La sua preparazione venne completata da Frontone (africano) e da

Favorino. Importante è il viaggio ad Atene, durante il quale venne a contatto con

numerosi filosofi e oratori. Ritornato a Roma, fece il giudice in processi privati e

scrisse le Notti Attiche (dedicate ai figli).

Le notti attiche

Sono una raccolta di 20 libri (il libro 8 è andato perduto) opera molto erudita, no

sistematicità e si nota un forte senso si curiosità. È presente una prefazione dove

l’autore spiega le motivazioni dell’opera, mentre tutti gli argomenti sono esposti

all’interno di una cornice narrativa unitaria.

Temi filosofia, scienze naturali, grammatica, letterature o di giurisprudenza.

Testo: Le donne non devono bere vino

La donna quando entrava in casa, era baciata dal marito e si accorgeva se aveva bevuto

o no il vino, in caso affermativo esse potevano anche essere punite da un giudice.

Nella società romana, come disse anche Marco Catone, le donne dovevano essere

astemie (temetum).

Le notti attiche, secondo l’autore, sono state scritte per essere usate come una

dispensa letteraria, dopo vennero suddivise in capitoli. Può sembrare un’opera

leggera, ma non lo è. Osservando il titolo:

NOTTI (l’autore ha passato notti intere a scrivere), ATTICHE (rimanda all’alta qualità

greca dei suoi studi).

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