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Sintesi
Analisi quantitativa dell'anomalia di Bouguer


L'analisi quantitativa delle anomalie gravimetriche avviene attraverso metodi analitici e ha lo scopo di determinare i parametri caratteristici della massa perturbatrice, cioè la densità, la forma e la profondità. Essa consiste in:
1. determinare e rappresentare le anomalie generate da masse di forma note, aventi densità e
profondità variabili entro certi limiti;
2. confrontare la curva delle anomalie osservate con le curve ottenute teoricamente in fase 1.
Questo rappresenta il metodo diretto di interpretazione. Da un punto di vista teorico abbiamo visto che la anomalia di gravità prodotta da un corpo sepolto di forma e densità arbitraria.

Nella maggior parte dei casi, tuttavia, è quasi impossibile eseguire tale integrazione in modo rigoroso, a meno che il corpo anomalo non abbia una forma semplice ed una densità costante ed uniforme. Il più delle volte si cerca una soluzione numerica.
Estratto del documento

  

  3

4 4

G G R

 R

  

2

' '

g r dr

2 2

m 3

0

a a

La così calcolata rappresenta il contributo alla anomalia di gravità lungo la direzione della

g m

linea che unisce il punto P e il centro della sfera sepolta.



 3

4

G R

 

   

cos cos

g g 2

z m 3

a

b b

  

ma cos  

2 2 2

a x y b  

 

3 3

4 4

G R b G R b

    

cos

per cui g g  

2 3 / 2

z m 3  

  2 2 2

2 2 2

 

2 2 2 x y b

3 x y b

x y b 

 

 3 3

4

G R b

 

 

g  

  3 / 2

2

z 3  

2 2 2

 

b x y b

A

NOMALIA DI GRAVITÀ PRODOTTA DA UN CORPO SFERICO SEPOLTO ALLA PROFONDITÀ B

il cui andamento in funzione di x e y è quello di una come rappresentato nella figura

campana, 

 

 3

4

G R

 

seguente, dove la anomalia di gravità è normalizzata rispetto al suo valore massimo ,

 

2

3

 

b

 0

ottenuto nel punto O’, proiezione del centro della sfera sulla superficie a profondità z

Si noti che, data la simmetria della sfera, le isoanomale sono circonferenze concentriche, i cui valori

 

   

o , rispettivamente, come

decrescono verso l’esterno o verso l’interno, a seconda che 0 0

appare più evidente dalla seguente mappa orizzontale



A ’ , R e b

NALIZZIAMO L INFLUENZA DEI PARAMETRI

V P b

ARIAZIONE DELLA ROFONDITÀ



Assegnati e R, all’aumentare della profondità, l’intensità della anomalia diminuisce in modo

rapido, ma interessa una regione più estesa

V R R

ARIAZIONE DEL AGGIO



Assegnati e b, all’aumentare del raggio, l’intensità della anomalia aumenta e interessa una

regione più estesa 

V A D

ARIAZIONE DELLA NOMALIA DI ENSITÀ

 ,

Assegnati e b, all’aumentare di l’intensità della anomalia aumenta e interessa una regione più

estesa

I A G

NDETERMINAZIONE NELLA INTERPRETAZIONE DELLA NOMALIA DI RAVITÀ

,

Come già detto in generale, le combinazioni di R e b che generano anomalia di gravità

indistinguibili sono infinite, come appare evidente nella figura seguente

A NOMALIA DI GRAVITÀ PRODOTTA DA UNA FAGLIA VERTICALE

Per semplicità schematizziamo la faglia verticale con una struttura limitata superiormente da due

semipiani orizzontali posti alla profondità e (h > ) e raccordati da un semipiano verticale.

h h h

1 2 2 1

Ai fini del calcolo della anomalia di gravità supponiamo inoltre che la struttura:

a. sia infinitamente estesa verso il basso; 

b. abbia una densità differenziale uniforme pari a .

Essendo la struttura infinitamente estesa nelle direzioni orizzontali x e y, il contributo alla anomalia

di gravità prodotto dal terreno che si trova al di sotto della profondità sarà costante in tutti i punti

h

2

del piano xy (equivale al contributo di una struttura piana infinitamente estesa), per cui l’andamento

della anomalia dovuta alla faglia sarà dovuto solo alla struttura anomala compresa fra i due piani

alle profondità e (volume giallo in figura).

h h

1 2

  

  

Indicata con la differenza di densità fra la struttura anomala e le rocce esterne, la

2 1

anomalia di gravità prodotta dalla faglia nel punto P della superficie terrestre sarà dato da:

 

 h

cos 2 dy

   

 

      

g G dV G zdz dx     3 2

2

faglia 2 2

    2

r x x y y z

 

0

V h 0 0

1

faglia

    

2 2

     2

r x x y y z

 0 0

essendo  z z

  

cos

    

2 2

    2

 r x x y y z

 0 0

Procedendo con l’integrazione, si ottiene

 

h

2 dy

  

    

g G zdz dx     3 2

faglia 2 2

    2

x x y y z

 

0

h 0 0

1   

h

2 dy

  

 

2  

G zdz dx     3 2

2 2

    2

x x y y z

0 0

h 0 0

1  dy

 , effettuiamo il seguente cambio di

Al fine di risolvere l’integrale  

    3 2

2 2

    2

x x y y z

0 0 0

variabile:

 

  

2

  

2 2

 a x x z dy ds

 

0

    

      3 2 3 2

   

2 2 2 2

    2

s y y a s

x x y y z 

0

0 y

0 0 0

Quindi, 

 2

1

ds a ds

 

   

3 2 3 2

2

 

2 2 2 2

a

a s a s

 

y y

0 0

 

   

2 2 2 2 2 2

1 1

a s s a s s

 

    

ds ds

3 2 3 2

2 2 

2 2 2 2

a a

a s a s

 

y y

0 0

 

 

2 2 2

1 a s s

 

 

 

   

ds ds

3 2 3 2

2  

2 2 2 2

 

a  

a s a s

 

y y

0 0

 

 

  

 

1 1 2

s s

1 2

 

   

2 2

 

   

a s ds ds

3 2

2 2

  

2 2

 

a  

a s

 

y y

0 0

 

   

1 1 1

 

  

 

 

ds s d ds

2  

2 2 2 2

 

 

a  

a s a s

 

y y

0 0

Integrando per parti:

 

 

  

1 1 1 1

 

 

   

ds s ds

2 

   

2 2 2 2 2 2 



a a s a s a s

 

 

y y

y

0 0

0

 

 

 

1 1 1 1

 

 

 

  

ds s ds

 

2  

  

2 2 2 2 2 2

a a s a s a s

 

 

 

y y

y

0 0

0

 

1 1

 

 s

 

2 

2 2

a a s

 

 y

0

In conclusione, 

 

 

ds s

 

  

3 2

 

2 2 2 2 2

a s a a s 

 

y y

0 0

Ritornando alle variabili originali,

 

ds dy

 

 

 

      3 2

3 2

2 2 2 2

    2

a s x x y y z

 0

y 0 0

0  

 

 

y y

 0

 

 

     

2 2 2

 

     

2 2

x x z x x z y y

 

0 0 0 0

 

 

 

1

 

  

 

  2

  2

  x x z

2

  

2

 

1

0

x x z  

0 2

 

y y

 

0 0

1 1 1

 

   

    

    2

2

2  

       2

2

2 0 1 1 x x z

x x z x x z 0

0

0

La anomalia di gravità prodotta da una faglia verticale sarà quindi data da

 

h h

2 2

dx zdx

   

 

   

    

2 2

g G zdz G dz

   

2 2

   

faglia 2 2

x x z x x z

0 0

0 0

h h

1 1

Ma  

  

zdx zd x x

 

   

 

0

   

2 2

   

2 2

x x z x x z

0 0 0 0 

 

x x

 

0

zd 

 

 

  x x

z

   

0

actg

 

2  

  z

x x

0 0

 

0 1

 

 

 

z

 

 

   

x x

   

   

0 0

actg actg

2 2

   

z z

Quindi 

 

h  

2 x

     

2 0

g G dz actg

 

faglia 2  

 

z

h

1 

h h  

2 2 x

 

 

     

2 2 0

G dz G actg dz

2  

z

h h

1 1

 h  

2 x

 

   

h  

2 2 0

2 dz

G z G actg

2  

h z

1 h

1 h  

2

  x

 

      

2 0

G h h G actg dz

2 1  

z

h

1

Determiniamo infine l’integrale

 

h

2 x

 

 

0

actg dz integrando per parti

z

h

1 h

  

     h

h h 2 1

2 2 2

x x x x

 

  

  

   

    

    

0 0 0 0

1 actg dz d z actg dz z actg z dz

2 2

 

      

z z z z

x

  

h

h h 0

h 1

1 1 1

1  

z

     

h 1

2

x x x

   

      

 

0 0 0

h actg h actg z dz

   

2 1 2 2

 

     

h h z

x

2 1   

h 0

1

1  

z

    h 2 1

2

x x z

   

     

0 0

h actg h actg x z dz

   

2 1 0 

2 2 2

   

h h z x z

2 1 h 0

1

    h

2

x x z

   

     

0 0

h actg h actg x dz

   

2 1 0 

2 2

   

h h z x

2 1 h 0

1

    h

1 2

2

x x z

   

    

0 0

h actg h actg x dz

   

2 1 0 

2 2

2

   

h h z x

2 1 h 0

1

     

 

h

1 2

x x 

  

     

2 2

0 0 ln

h actg h actg x d z x dz

   

2 1 0 2 0

   

h h

2 1 h

1

     

1

x x h

   

     

2 2 2

0 0 ln

h actg h actg x z x

   

2 1 0 2 0

   

h

h h

1

2 1  

2 2

    1 h x

x x  

2

   

    

0 0 ln 0

h actg h actg x

     

2 1 0 

2 2

2

   

h h h x

 

2 1 1 0

In conclusione  

 

2 2

    1 h x

  x x 

  2

   

         

 

0 0

2 ln 0

g G h h G h actg h actg x

    

2 1 2 1 0 

2 2

faglia 2

 

   

h h h x 

 

2 1 1 0

A G P F V

NOMALIA DI RAVITÀ RODOTTA DA UNA AGLIA ERTICALE

Si noti che tale anomalia non dipende da y ma solo dalla distanza dal piano di faglia.

x 0

 in funzione di è rappresentato nella figura seguente, dove la funzione

L’andamento di x

g 0

faglia  



 

 è stata normalizzata rispetto al suo valore massimo . Le caratteristiche della

G h h

g 2 1

faglia

mappa della anomalia di gravità possono essere riassunte in:

Le sono nella

a. ISOANOMALE LINEE PARALLELE DIREZIONE ORIZZONTALE LUNGO CUI SI

;

ESTENDE LA FAGLIA

Per distanze x molto grandi dal piano verticale di faglia, la anomalia di gravità tende ad un

   



   

2 che rimane costante e

,

g G h h

V M ,

ALORE ASSIMO DIPENDE DALLA

2 1



faglia x

0  

 e non dalle singole profondità

h h

A D (

NOMALIA DI ENSITÀ E DAL RIGETTO DELLA FAGLIA 2 1

e ). Infatti:

h h

2 1 

  

 

2 2

  

 1 h x

  x x  

  

 2

  

 

    

 

lim 2 ln

0 0 

 0

g G h h G h actg h actg x

  

 2 1 2 1 0 

2 2



faglia x 2

 

0

x 

 h h h x

 

0   

2 1 1 0

  

1

     

 

           

2 ln

G h h G h actg h actg x 

2 1 2 1 0 

2 

 

   

 

 

        

2 0

G h h G h h 

2 1 2 1

2 2 

 

 

 

     

G h h G h h

2 1 2 1

 



  

2

G h h c.v.d.

2 1    

 

    

2

g G h h

D

IPENDENZA LINEARE DI DALLA ANOMALIA DI DENSITÀ

2 1



faglia x

0

   

 

 

   

2 h h

g G h h

D

IPENDENZA LINEARE DI DAL RIGETTO DELLA FAGLIA 2 1

2 1



faglia x

0

La distribuzione delle isoanomale è simmetrica rispetto alla posizione del piano verticale

b. della faglia, dove la anomalia di gravità è la metà del valore massimo,

   



    ; infatti

g G h h

2 1

faglia 0

x

0  

 

     

  2

 

0 0 1 0

  h

       

          

2 0 ln 2

 

 

g G h h G h actg h actg

     

2 1 2 1 

2

faglia 2 0

 

0      

x h h h

 

0 2 1 1

 

 

 

        

2 0 0 0

G h h G h h

2 1 2 1

 



  

G h h c.v.d.

2 1

c. Il gradiente della Anomalia di Gravità in x =0 è pari a

0

  

  

 

 2 2

    

 1 h x

d g  

d x x  

      2

        

 

2 ln

0 0

faglia 

 0

G h h G h actg h actg x

     

2 1 2 1 0 

2 2

2

 

    



dx dx h h h x

 

  

1

0 0 2 1 0 

 

 

  

 

2 2 2 2

  

 

1 1 1 1 1 1 1

h x x x

 

 2 

        

2 2

2 ln 

0 0 0

G h h x h x   

 

  

2

2 1 0

 

 2

2 2 2 2

2 2 

2 2 2 2 

2 2

0

x x

h h h x h x 

 h x h x 

  

   1

2 1 1

  2

1 1 1

0 0 0 0

0 0

  

 2 2 

2 2

h h h x 

 

 1

2 1 0 

 

 

  

 

2 2

2 2 2 2

  

 

1 1 1

h x x x

h h  

 

 2   

     2 2

2 ln 

 0

0 0

2 1

G x h x   

    

0 2

     2

2 2 2 2 2 2 2 2

2 2 2 2 

2 2

0

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