Concetti Chiave
- L'inquinamento da idrocarburi, sia operativo che accidentale, compromette gravemente la vita marina, il turismo e la salute umana, con disastri come quello della piattaforma Deepwater Horizon che attraggono batteri pericolosi.
- L'eutrofizzazione, causata dall'uso eccessivo di fertilizzanti e detersivi, porta a una proliferazione algale che riduce drasticamente l'ossigeno, minacciando la sopravvivenza delle specie acquatiche.
- L'inquinamento chimico industriale introduce sostanze tossiche e POP che si accumulano negli organismi viventi, danneggiando il sistema immunitario e nervoso.
- L'attività mineraria rilascia metalli pesanti come il mercurio, con gravi conseguenze sulla salute umana e ambientale, come dimostrato dalla catastrofe di Minamata in Giappone.
- La contaminazione radioattiva, aggravata dagli impianti di riprocessamento in Francia e Inghilterra, minaccia le zone marine e costiere con scorie altamente pericolose.
Indice
Cause dell'inquinamento delle acque marine
Ecco alcune cause dell'inquinamento del mare.
Inquinamento da immissione di idrocarburi
1. inquinamento operativo: è dovuto allo scarico, carico e alle operazioni di pulizia delle cisterne delle petroliere;
2.

Secondo le statistiche, però, risulta che solo il 12% dell’inquinamento marino è imputabile ai trasporti marittimi, mentre il 44% delle sostanze inquinanti è apportato dalla terraferma e il 33% dall’aria.
Eutrofizzazione
Questo tipo di inquinamento è cagionato dal massiccio utilizzo di fertilizzanti nell’agricoltura e dei detersivi. Sia quest’ultimi sia erbicidi e pesticidi, contengono fosfati e nitrati che, trasportati dalle acque percolanti, raggiungono i bacini fluviali e i mari e qui contribuiscono ad accrescere le sostanze nutritive. Di conseguenza si assiste ad una proliferazione anormale di batteri che provoca a sua volta una netta diminuzione di ossigeno. In queste particolari condizioni, alcune alghe prendono il sopravvento sulle altre comunità di piante acquatiche, espandendosi a dismisura e coprendo tutta la superficie marina. Non penetrando più la luce, la maggior parte delle specie viventi non può più svolgere il processo di fotosintesi e muore. La decomposizione delle alghe provoca una rilevante riduzione di ossigeno, rendendo l’ambiente inadatto ad altre forme di vita. Ecco perché la sopravvivenza di gran parte degli organismi animali e vegetali nelle acque “affette” da eutrofizzazione è spesso inevitabilmente compromessa.
Inquinamento chimico
Deriva dai prodotti di scarto delle lavorazioni industriali, che possono rendere le acque molto tossiche ed entrare nella catena alimentare, danneggiando irrimediabilmente l’uomo, l’ultimo anello della catena. Nell’inquinamento chimico fanno parte inoltre i “POP”, inquinanti inorganici (di cui se ne conoscono almeno 4500), che non si decompongono e tendono ad accumularsi nei tessuti degli organismi viventi con effetti nefasti sul sistema immunitario, sul sistema nervoso e sul normale processo di crescita.
Inquinamento da attività minerarie
Deriva dalle attività di estrazione e dalle industrie di lavorazione dei metalli e può danneggiare la salute della flora e della fauna marina. In questi processi l’uomo ha un ruolo decisivo; per esempio, a livello mondiale, la quantità di mercurio rilasciato nell’ambiente è quattro volte quella dovuta ai processi naturali. Esempio eclatante è quello della baia di Minamata, nella regione sud-occidentale del Giappone, tra il 1949 e il 1965, dove avvennero 900 decessi e numerosi casi di disturbi neurologici, paralisi e nascite di neonati con gravi malformazioni, tutti effetti attribuibili allo scaricamento in mare, nel corso di una ventina d’anni, di 400 tonnellate di mercurio.
Contaminazione radioattiva
Di grande pericolo per le specie viventi vi sono inoltre le scorie radioattive. Anche il normale funzionamento delle centrali nucleari ha una ricaduta per quanto riguarda l’inquinamento dei mari, ma la situazione più grave è legata ai due impianti di riprocessamento delle scorie radioattive che si trovano in Francia a La Hague, e in Inghilterra a Sellafield. Gli scarichi di questi due impianti hanno contaminato le zone marine limitrofe e anche alcuni tratti di costa in Norvegia e Groenlandia.
Inquinamento acustico
Si verifica soprattutto negli oceani, dove si trovano impianti per l’estrazione degli idrocarburi; in questi luoghi le onde trasmesse dai sonar sono un pericolo costante per la fauna marina.
Domande da interrogazione
- Quali sono le principali cause dell'inquinamento da idrocarburi nelle acque marine?
- Come influisce l'eutrofizzazione sull'ecosistema marino?
- Quali sono gli effetti dell'inquinamento chimico sulle acque marine?
- In che modo le attività minerarie contribuiscono all'inquinamento marino?
- Quali sono le conseguenze della contaminazione radioattiva nei mari?
L'inquinamento da idrocarburi è causato principalmente da operazioni di scarico e pulizia delle petroliere e da incidenti che versano petrolio in mare, compromettendo l'ecosistema marino e le attività umane come pesca e turismo.
L'eutrofizzazione, causata da fertilizzanti e detersivi, porta a una proliferazione di batteri e alghe che riducono l'ossigeno, impedendo la fotosintesi e causando la morte di molte specie acquatiche.
L'inquinamento chimico, derivante da scarti industriali, rende le acque tossiche e danneggia la catena alimentare, accumulandosi nei tessuti degli organismi e compromettendo il sistema immunitario e nervoso.
Le attività minerarie rilasciano metalli pesanti come il mercurio nell'ambiente, danneggiando la flora e la fauna marina e causando gravi problemi di salute, come dimostrato dal caso della baia di Minamata in Giappone.
La contaminazione radioattiva, proveniente da scorie nucleari e impianti di riprocessamento, inquina le zone marine circostanti, con effetti pericolosi per le specie viventi e le coste vicine, come in Norvegia e Groenlandia.