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Sintesi

Scritture di assestamento



Dalla situazione contabile risultano solo i conti che sono stati movimentati durante l’esercizio, in seguito ad una variazione finanziaria.
Durante l’anno ci sono operazioni che generano movimenti economici e non finanziari e pertanto non vengono registrati.
ES: Gli interessi passivi sui mutui si calcolano periodicamente (per es. ogni 6 mesi), sempre alla fine del periodo.

Gli interessi maturati dall’1/10/15 al 31/12/15 verranno pagati all’1/4/16 insieme alla parte dal 31/12/15 all’1/4/16, ma siccome sono di competenza dell’esercizio 2015 (cioè sono stati consumati nell’anno), devono essere calcolati e aggiunti a fine anno con scritture dette di “assestamento”. In particolare queste si chiamano di integrazione ed in particolare sono dei “ratei” ( quote di costo/ ricavo di competenza ma non ancora rilevato al 31/12 perché hanno manifestazione finanziaria – pagamento – futura)
Sono ratei passivi perché debiti VFP (valore finanziari passivo)

Ci sono altre operazioni per i quali i costi e i ricavi sono già stati rilevati, ma non sono ancora del tutto maturati, cioè non sono di competenza.
Con i ratei si aggiungono quote di costo e di ricavo (sono scritture di integrazione) con i risconti, invece, si tolgono (sono scritture di rettifica)

Svalutazione dei crediti



I crediti vs clienti diventano crediti insoluti quando alla scadenza non vengono riscossi. Questo succede durante l’esercizio e poi si cerca di riscuoterli e magari si chiedono gli interessi di dilazione, se si concede ancora del tempo.
Anche a fine esercizio dobbiamo chiederci se riscuoteremo l’esercizio successivo tutti quei crediti non ancora scaduti, ma sorti nell’anno.
Se pensiamo di non riscuoterli in modo sicuro dobbiamo registrare una perdita.
Per quelli incerti si considera la possibile perdita, che se poi non si verifica si riutilizza per l’esercizio successivo, perché per ogni anno si presenta lo stesso problema altrimenti se questa possibile perdita, che viene registrata nel conto fondo svalutazione crediti o fondo rischi su crediti.
Così applico il principio della competenza economica. A fine esercizio bisogna valutare ogni credito e quando pensiamo di perderne una parte (%) svalutiamo in percentuale ognuno. Questa percentuale di svalutazione va nel conto fondo svalutazione crediti, che contiene quindi una svalutazione specifica. Se poi penso che in generale potrebbe verificarsi qualcosa per cui perdo ancora qualcosa (%), calcolo su tutti i crediti una svalutazione generica e la registro nel conto fondo rischi su crediti.
Estratto del documento

Lo stralcio di crediti inesigibili

Al loro sorgere i crediti vengono rilevati al loro valore nominale; alla fine del periodo amministrativo si

procede ad un esame analitico dei crediti al fine di accertare il loro grado di esigibilità e gli stessi devono

essere valutati per il loro presunto valore di realizzo.

I crediti possono essere distinti in:

 Crediti ritenuti sicuramente esigibili;

 Crediti di dubbia e parziale esigibilità;

 Crediti di sicura inesigibilità.

I crediti inesigibili possono essere crediti già scaduti, iscritti nei conti Crediti insoluti e Cambiali insolute e

crediti non ancora scaduti, iscritti nei singoli conti accesi ai clienti e nel conto Cambiali attive. Trattasi in

tutti i casi di crediti verso debitori irreperibili o per i quali è emersa una situazione di assoluta incapacità

di far fronte agli impegni assunti o per i quali si sono concluse con esito negativo le procedure di

recupero. Detti crediti devono essere stralciati, cioè eliminati dal patrimonio, evidenziando le perdite su

crediti ritenute ormai certe. Le scritture in P.D. sono le seguenti:

31-12 Perdite su crediti 12.000,00

Crediti insoluti 8.000,00

Cambiali insolute 4.000,00

Stralcio crediti insoluti inesigibili

31-12 Perdite su crediti 12.000,00

Crediti v/clienti 8.000,00

Cambiali attive 4.000,00

Stralcio crediti inesigibili 9

Il trattamento di fine rapporto maturato

In caso di cessazione del contratto di lavoro, ciascun dipendente ha diritto di ricevere una somma a titolo

di trattamento di fine rapporto (art. 2120 c.c.). Ogni anno si deve perciò incrementare la quota maturata

nell’esercizio da portare ad incremento dei Debiti per TFRL maturati in precedenza; detto incremento è

composto da due elementi:

 la quota commisurata alle retribuzioni dell’anno: si determina dividendo la retribuzione annua per

13,5;

 la rivalutazione dei debiti per TFRL preesistenti: si determina ad un tasso costituito dall’1,5% in

misura

fissa e dal 75% dell’aumento dell’indice dei prezzi al consumo accertato dall’ISTAT rispetto al mese di

dicembre precedente, tale rivalutazione è soggetta a ritenuta fiscale dell’11%.

L’importo portato a incremento dei debiti per TFRL è però inferiore a quello maturato in quanto la legge n.

297/1982 consente all’imprenditore di recuperare, con rivalsa sull’importo da accantonare per il TFRL, il

contributo dello 0,5% sulle retribuzioni introdotto per la perequazione automatica delle pensioni.

L’azienda rileva in COGE un costo d’esercizio per il TFRL maturato nell’anno e accredita i conti finanziari

Debiti per TFRL e Debiti per ritenute da versare. L’importo accreditato nel conto Debiti per TFRL

rappresenta per l’azienda un valore finanziario presunto, cioè un debito a scadenza indeterminata,

perché non è noto il momento della liquidazione (che sarà quello delle dimissioni, del licenziamento,

ecc.). 10

Determinazione del TFRL maturato

Esempio

L’impresa mercantile all’ingrosso Perata Giulio presenta, all’inizio del periodo amministrativo, debiti per

TFRL maturati a favore del personale dipendente che ammontano a € 15.400. durante l’esercizio non vi

sono stati licenziamenti, dimissioni o decessi; sono state corrisposte al personale retribuzioni per €

75.600; l’indice dei prezzi al consumo dell’ISTAT rispetto al mese di dicembre dell’anno precedente è

aumentato di 1,6 punti. Calcoliamo i debiti per TFRL a fine esercizio presentando l’articolo in P.D. relativo

alla quota di TFRL di competenza dell’esercizio.

I calcoli

Quota capitale commisurata alle retribuzioni corrisposte (75.600 : 13,5) = € 5.600,00

+ Quota rivalutazione TFRL preesistente [15.400 x (1,5+1,6x75%)%] = € 415,80

- Rivalsa contributo per perequazione pensioni (75.600 x 0,5%) = € 378,00

Costo TFRL maturato nell’esercizio € 5.673,80

-Ritenuta fiscale 11% su 415,80 € 45,74

Incremento netto del TFRL maturato nell’esercizio € 5.592,06 11

Le registrazioni in P.D.

31-12 TFRL 5.637,80

Debiti per TFRL 5.592,06

Debiti per ritenute da versare 45,74

Costo maturato nell’esercizio per TFRL 12

Le scritture di integrazione

Le scritture di integrazione rilevano, misurate da variazioni finanziarie presunte, quote di ricavi

e di costi di parziale competenza dell’esercizio e anche costi che, in precedenza non registrati

perché avranno la loro manifestazione finanziaria in futuro, si vogliono prudenzialmente

attribuire all’esercizio.

Tali scritture riguardano la rilevazione:

 della svalutazione dei crediti;

 delle quote di costi e di ricavi misurate dai ratei;

 degli accantonamenti nei fondi oneri futuri;

 degli accantonamenti nei fondi rischi. 13

La svalutazione dei crediti

Come abbiamo già visto, i crediti si valutano al presunto valore di realizzo.

I debiti si valutano al presunto valore di estinzione che, comunque, non può essere inferiore al loro

valore nominale, dato che si deve sempre ritenere di pagarne per intero l’importo.

Per quanto riguarda i crediti poi, dopo avere stralciato quelli di sicura inesigibilità, si deve dedicare una

particolare attenzione alla valutazione di quelli di dubbia esigibilità. Per ciascuno, si determina la perdita

per inesigibilità che si teme di dover subire e per detto importo si procede in contabilità alla svalutazione

indiretta del loro valore nominale iscrivendone la rettifica in un apposito conto finanziario denominato

Fondo svalutazione crediti. Sul totale complessivo dei crediti sopra determinato (pari alla somma del

loro valore di presunto realizzo specifico), per fronteggiare il rischio globale di perdite per situazioni di

inesigibilità dei crediti non ancora manifestatesi, ma che consapevolmente è possibile quantificare in

base all’esperienza, si calcola un’ulteriore percentuale di svalutazione forfetaria che trova contropartita in

un apposito conto finanziario denominato Fondo rischi su crediti. AVERE

DARE Fondi di rettifica:

Svalutazione dei crediti • Fondo svalutazione crediti

• Fondo rischi su crediti 14

Svalutazione di crediti

Esempio

Alla fine del periodo amministrativo, la situazione contabile dell’azienda individuale Marco Venturino

mette in evidenza Crediti v/clienti per € 172.000. si procede ad un’analisi attenta dell’esigibilità di detti

crediti ai fini della loro corretta valutazione come segue:

crediti per € 75.000 riguardano aziende in cui è in corso una procedura concorsuale: si presume di

poter riscuotere solo il 70% del loro valore nominale;

in base all’esperienza degli anni precedenti, si ritiene di subire ulteriori possibili perdite per situazioni di

insolvenza o di contestazione non ancora manifestatasi, pertanto, l’insieme dei crediti v/clienti viene

ulteriormente svalutato del 5%.

Rileviamo in P.D. la svalutazione dei crediti.

Determiniamo le perdite presunte connesse al rischio generico di inesigibilità:

(172.000 – 30% di 75.000) x 5% = € 7.475 rischio generico sui crediti

31-12 Svalutazione crediti 22.500,00

Fondo svalutazione crediti 22.500,00

Perdita presunta su crediti v/clienti (75.000 x 30%)

31-12 Svalutazione crediti 7.475,00

Fondo rischi su crediti 7.475,00

Perdite presunte generiche 5% 15

I ratei attivi e passivi

L’attività aziendale spesso dà luogo ad operazioni che si prolungano da un esercizio all’altro; è questo

il caso di costi e ricavi, di cui è noto sia l’importo sia la scadenza posticipata dell’esborso o dell’introito,

che per competenza devono essere ripartiti tra più esercizi proporzionalmente al tempo.

Il loro importo va quindi scisso in due parti:

 la parte già maturata, riferibile all’esercizio, corrispondente la debito o al credito potenzialmente già

sorto, detto rateo;

 la parte non ancora maturata, riferibile a esercizi successivi, e che in essi troverà la sua rilevazione in

occasione dell’esborso o dell’introito.

I ratei sono quote di uscite future che misurano in modo proporzionale al tempo costi o ricavi già

maturati e non ancora rilevati contabilmente.

I ratei passivi misurano componenti negativi di reddito a rilevazione posticipata, che al 31/12

risultano già maturati ma non ancora liquidati; spesso riguardano gli interessi passivi che maturano

sui mutui;

I ratei attivi misurano componenti positivi di reddito a rilevazione posticipata, che al 31/12 risultano

già maturati ma non ancora liquidati; spesso riguardano gli interessi attivi che maturano sui titoli. 16

Rilevazione di ratei attivi e passivi

Esempio

L’azienda individuale Carlo Freccero ha compiuto, tra le altre, le seguenti operazioni:

 concesso un prestito di € 6.000 in data 1 ottobre alla ditta Parodi&C., che lo restituirà in data 1 febbraio,

versando anche gli interessi calcolati al tasso del 4%;

 ottenuto in data 1/3 un mutui passivo di € 60.000, al tasso del 5%, con interessi pagabili

semestralmente in via posticipata.

Rileviamo in P.D. le operazioni in questione.

La concessione del mutuo era stata rilevata sul giornale in data 1/10 come segue:

01-10 Mutui attivi 6.000,00

Banca Carige c/c 6.000,00

Concesso prestito alla Parodi&c. 17

Gli interessi sul mutuo attivo, riguardanti il periodo 1/10-1/2, ammontano complessivamente a € 80 e

saranno addebitati alla Parodi&C. solo l’1/2 successivo; essi devono essere scissi in due parti in

proporzione al tempo:

 gli interessi maturati nel periodo 1/10 -31/12 sono di competenza dell’esercizio;

 gli interessi non ancora maturati, relativi al periodo 31/12 – 1/2, sono di competenza dell’esercizio

successivo. RATEO ATTIVO

Quota interessi attivi di competenza t

1/10 31/12 1/2

Il rateo, che è attivo, corrisponde al credito potenziale per gli interessi già maturati e si calcola nel modo

seguente:

Rateo = 6.000 x 4 x 92 giorni/ 36.500 = € 60,49 18

Per quanto concerne il mutuo passivo, in data 1/3 ne è stata rilevata l’accensione, con l’articolo:

01-03 Banca Carige c/c 60.000,00

Mutui passivi 60.000,00

Accensione mutuo decennale

Successivamente, in data 1/9 sono stati pagati in via posticipata gli interessi relativi al periodo 1/3 – 1/9,

registrati come segue:

01-09 Interessi passivi su mutui 1.500,00

Banca Carige c/c 1.500,00

Maturati interessi su mutui passivi

Nell’esercizio successivo, in data 1/3 avrà luogo il pagamento degli interessi sul mutuo per il periodo

1/9 – 1/3; gli interessi già maturati relativi al periodo 1/9 – 31/12 sono di competenza del presente

esercizio, mentre gli interessi non ancora maturati del periodo 31/12 -1/3 sono di competenza del futuro

esercizio. 19

RATEO PASSIVO

Quota interessi passivi di competenza t

1/9 31/12 1/3

Il rateo, che è passivo, corrisponde al debito potenziale per gli interessi già maturati e si calcola come indicato:

Rateo = 60.000 x 5 x 122 giorni/ 36.500 = € 1.002,74 20

I ratei vengono così rilevati al 31/12 sul giornale e nei conti di mastro:

31-12 Ratei attivi 60,49

Proventi finanziari diversi 60,49

Interessi maturati 1/10 – 31/12 su mutuo attivo

31-12 Interessi passivi su mutui 1.002,74

Ratei passivi 1.002,74

Interessi maturati 1/9 – 31/12 su mutuo passivo

Ratei attivi Proventi finanziari diversi

60,49 60,49

Interessi passivi su mutui Ratei passivi

1.002,74 1.002,74 21

I fondi oneri futuri

I fondi oneri futuri sono valori finanziari presunti che misurano componenti negativi di reddito considerati

di competenza dell’esercizio, ma non ancora rilevati e liquidati.

Garantiscono ai clienti, con specifiche clausole contrattuali, il buon

funzionamento per un periodo determinato di tempo dei beni

strumentali venduti; la copertura dei costi preventivati per

riparazioni su garanzia o sostituzioni viene attuata con un apposito

fondo garanzia prodotti che ha lo scopo di imputare ai vari esercizi

le quote degli oneri connessi all’impegno contrattuale assunto.

Effettuano con cadenza pluriennale operazioni di revisione e

manutenzione di impianti industriali,navi, aerei, edifici; i costi

Devono tenere conto di possibili relativi vengono ripartiti nei vari anni in base al principio della

esborsi futuri le aziende che: competenza economica e della prudenza; l’accantonamento viene

attuato nel fondo manutenzioni programmate.

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