L'impegno politico e artistico di D'Annunzio: tra estetismo e superomismo

D'Annunzio e l'impegno politico

D’Annunzio è un uomo politicamente impegnato (diversamente da Pascoli che non lo era stato) e apporta un personale contributo alla società. Tuttavia il senso della sua attività politica, non deve essere frainteso con quello dantesco: per il poeta fiorentino, la politica è l’evoluzione della morale che diventa utile alla collettività. In D’Annunzio, invece, prevale la dimensione antropocentrica e individualistica poiché la politica diventa un mezzo per la propria affermazione, in una dimensione capace di immortalare il suo fervore poetico.

1.L’estetismo= corrente affermatasi in Italia e in Europa, cui massimo esponente è Oscar Wilde (autore de The Picture of Doryan Grey), il cui obbiettivo è curare la bellezza e l’incanto dell’opera d’arte. D’Annunzio, pur aderendo convintamente al movimento, tuttavia, segue con maggiore metodicità l’affermazione della sua essenza d’artista. Mentre per Manzoni, l’opera d’arte racchiudeva un significato moralistico, D’Annuncio, invece, predilige l’eleganza formale e stilistica. L’arte, quindi, si identifica con la vita: non c’è confine tra ciò che l’artista scrive e vive. Infine, peculiarità della poetica Dannunziana è il rapporto con il piacere: si lega ad una sorta di edonismo che tuttavia,non è quello di oraziana o epicurea memoria, bensì un sentimento più intenso che si concretizza in ambito letterario («il verso è tutto») e biografico (avventure erotiche).

2.Superomismo = nel corso della sua vita, evidente è determinazione di imporsi sugli altri, ostentando la sue diversità dalla massa. Infatti, nutrirà un singolare disprezzo per l’omologazione borghese, la logica economica e per le regoli comuni, per le quali avvertirà sempre un’intrinseca sufficienza. Tuttavia, pur criticando l’aspetto economico, la sua attività poetica è remunerata (attività editoriale in crescita) e ciò gli consente una vita agiata e abbiente →incoerenza dannunziana.