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BON BON ROBESPIERRE
Robespierre Le Petit?
Robespierre Jeune nasce nel 1763 (5 anni dopo Maximilien) e appartiene al gruppo dei convenzionali in
missione che percorrono la Francia del terrore e la cui età media si aggira attorno ai 40 anni. Le malelingue
attribuiscono ad Augustin una debolezza: L’inclinazione al gioco d’azzardo e la frequentazione di ambienti
loschi. C’è chi pensa che questo punto debole sia stata la causa scatenante del Termidoro, perché quando
rientrava a Parigi dalle sue missioni, Augustin frequentava una casa sospetta tra cambiavalute, mercanti
d’oro e donne di malaffare grazie alle spie del comitato di sicurezza generale, i nemici di Maximilien nella
convenzione lo avevano saputo e avevano preparato la trappola in cui Robespierre era caduto l’8 Termidoro
(incastrandolo tramite il fratello). Tuttavia, Augustin conosceva bene le implicazioni della fama del fratello
maggiore, ne prese coscienza durante la sua missione in Francia come emissario della convenzione. Al
contrario dei giacobini, che volevano una rigenerazione immediata, Augustin abbracciò la logica opposta in
quanto egli ebbe fretta non di spargere il sangue, ma di risparmiarlo, perché se si voleva salvare la
rivoluzione, si doveva fermare la macchina del terrore, la man del boia, quindi Augustin non fu un edonista o
un frettoloso pacificatore, ma l’interprete problematico di un terrore dal volto umano.
Quasi un grand’uomo
I fratelli Robespierre erano ordinari di Arras. Rimasti orfani di madre,erano stati abbandonati dal padre, da
nonni e zii che li avevano affidati a una struttura religiosa. Tuttavia, grazie al loro talento, i due maschi
avevano ottenuto una borsa di studio per un collegio di Parigi da cui erano usciti avvocati. Nel 1789,
Maximilien riuscì ad arrivare nella capitale come rappresentante del III stato all’assemblea costituente, ma
nonostante ciò, i problemi economici restavano:lo testimoniano le lettere ricevute dai suoi fratelli rimasti ad
Arras, speranzosi che la carriera politica del maggiore valesse a sistemare l’intera famiglia. La
corrispondenza inoltre mostra la totale dipendenza di Augustin da Maximilien, non solo economica, ma
anche psicologica. Infatti, Augustin sosteneva l’interpretazione ossessiva che Max aveva della rivoluzione:
vista non tanto una competizione politica tra radicali e moderati, ma una catena di complotti dei cattivi
contro i buoni.
Le lettere di Augustin mostrano le ambizioni e le frustrazioni di un giovane esaltati dai successi del fratello e
che voleva farsi un nome e abbandonare la vita di provincia, quindi, Augustin scriveva a Maximilien per
lamentarsi: non capiva perché, nonostante gli sforzi e i sacrifici non avesse meritato una carriera a Parigi.
Così dall’estate 1792 alcuni eventi storici: la guerra della Francia contro i monarchi d’Europa, la caduta di
Luigi XVI: la prospettiva della repubblica, offrirono ad Augustin la possibilità di avere un ruolo nella
rivoluzione francese. Così fu eletto alla Convenzione come deputato di Parigi da un’assemblea controllata
dal fratello. Sulla scena politica, Augustin si impegnò nel club dei giacobini, assecondando Maximilien
nell’uso della società popolare come un parlamento parallelo più legittimo della convenzione stessa, perché
espressione diretta della sovranità del popolo di Parigi. Da ciò, sembra che Augustin sia stato un emissario di
Maximilien, il suo braccio destro ma, nella primavera del ’93, all’apice dello scontro tra Gironda e
Montagna, Augustin si distinse perché incitò le sezioni di Parigi all’arresto dei deputati infedeli, così pose le
premesse per l’epurazione della Gironda.
In missione
A partire dall’estate ’93, Augustin ebbe modo di essere qualcosa di più del fratello piccolo di Robespierre, in
quanto fu nominato rappresentante in missione presso l’Armata d’Italia, stanziata a Nizza, in coppia con il
deputato Ricord. Si trattava di un compito pericoloso: quello di convenzionale in missione nel Midi. Pur
segnalando il trionfo della Montagna sulla Gironda, le insurrezioni del 31 maggio e 2 giugno avevano infatti
provocato una rivolta non solo contro i giacobini locali, ma contro gli stessi emissari della Convenzione, così
la Francia era precipitata nella guerra civile e la reazione antigiacobina aveva assunto connotati violenti.
Quindi, i leader federalisti furono costretti a fuggire dalla capitale e a cercare nascondiglio in provincia. Ma,
finchè la rivolta federalista non venne domata, i deputati montagnardi non poterono sentirsi al sicuro neppure
attraversando la Francia come esponenti della Convenzione. La missione, però, traduce la volontà di portare
il verbo rivoluzionario anche nelle zone più impervie e marginali del paese, tra popolazioni fatte non solo di
nemici, ma anche di selvaggi.
Una vita spericolata
Augustin e Ricord constatarono quanto dura fosse la vita di un rappresentante in missione. Lungo la strada
furono intercettati da briganti, e militanti delle sezioni di Marsiglia, impegnati a diffondere la rivolta
federalista nella zona. Trovandoseli di fronte, Augustin e Ricord erano scappati su due cavalli verso il vicino
distretto, lasciando ai furfanti la carrozza con tutti i loro effetti personali. Sequestrata dai briganti, la vettura
fu trasportata a Marsiglia come trofeo della guerra civile dove fu ridotta ad un rottame ormai inutilizzabile.
Al contempo, dopo il Termidoro, i missionari dell’anno II furono dipinti come signorotti che avevano
attraversato la Francia su comode e lussuose carrozze, ma in realtà, i trattava di vetture già utilizzate che le
coppie di deputati si scambiavano. Anche per questo, gli abitanti del villaggio pagarono cara la loro
collaborazione ai sezionari di Marsiglia, infatti, il municipio fu costretto a pagare un indennizzo per gli
oggetti rubati e le spese arrecate al tesoro pubblico.
Giunti a Nizza, Augustin apprese: il lavoro politico- amministrativo, gestendo rapporti tra autorità locali,
club giacobini, ecc; il lavoro politico-giudiziario tra sorveglianza del clero, arresto dei nemici della
repubblica, ecc; e il lavoro politico-militare tra nomina degli ufficiali, ricompense ai soldati ecc. Sempre a
Nizza, Augustin abbozzò il disegno strategico del quale si sarebbe appropriato un giovane ufficiale
d’artiglieria della Corsica: Napoleone Bonaparte, cioè, il progetto di combattere il maggior nemico della
Francia, l’imperatore d’Austria attaccandolo dal fronte meridionale attraverso la Liguria e il Piemonte.
Infatti, fu proprio quando il comando generale dell’artiglieria fu assunto da Napoleone che l’insurrezione
federalista nel Midi fu spenta, vinta dal terrore, cosicché le truppe della Convenzione poterono ristabilire
l’ordine a Marsiglia, Lione e Tolone.
Port – La - Montaigne
A differenza di Maximilien che era stato sempre e solo un burocrate che aveva esercitato un terrore di carta
(quindi, solo teorico, decidendo di non muoversi da Parigi per l’intero anno II, Augustin potè toccare con
mano la rivoluzione e vedere un Midi straziato dalla guerra civile e dove le condanne a morte furono
migliaia. Il suo contributo alla riconquista del porto meridionale venne descritto a Maximilien in una lettera
del dicembre 1793: solo dopo un combattimento cruento i soldati della repubblica avevano espugnato il forte
di Balaguier (soprannominato la piccola Gibilterra). E ora la vendetta nazionale doveva abbattersi sugli
abitanti infedeli di Tolone che dovevano pagare il tradimento di aver consegnato all’Inghilterra un porto di
importanza strategica. Quindi il nome di Tolone fu soppresso e sostituito da quello di Port de la Montagne,
inoltre fu ordinato che tutte le case venissero rase al suolo eccetto gli edifici dell’esercito e della marina.
Dopo un paio di giorni, Augustin lasciò in fretta Tolone, avvisando solo due dei convenzionali Ricord e
Saliceti e lasciando all’oscuro gli altri due: Barras e Frèron, ciò valse ad alimentare le antipatie di questi
uomini verso Augustin. Infatti, Frèron e Barras avevano diffidato di Robespierre e Ricord da prima che
arrivassero a Nizza, poiché temevano il loro moderatismo, e che potessero intralciarli nella distruzione di
Tolone e nello sterminio dei suoi abitanti. Infatti dopo la presa della città, i convenzionali radunarono tutti i
maschi adulti sulla piazza d’armi e condannarono a morte gli uomini armati che sarebbero stati fucilati. Il
fatto che Robespierre fosse il primo a partire da Tolone appena dopo l’entrata in città, fornì a Barras e Frèron
un alibi per disegnarlo come un uomo inadeguato ad assumere qualsiasi responsabilità politica o militare. Ma
la partenza per Parigi di Augustin significava piuttosto che proprio a lui sarebbero toccati gli onori del
trionfo, in quanto primo ad arrivare alla base fra gli eroi di Port- la- Montagne.
Ma Barras e Frèron avevano ben altre intenzioni: volevano trasmettere a Parigi l’immagine di Augustin come
un uomo frivolo e inetto, tanto da apparire loro stessi come politici esperti, sobri e risoluti. Insomma, per
restare credibili agli occhi di Maximilien, essi dovevano mettere i due fratelli l’uno contro l’altro, denigrando
la figura di Augustin.
Indulgenza
Dopo l’impresa di Toline, Augustin comprese la necessità di frenare coloro per i quali la rivoluzione era
niente altro che un regolamento di conti fra vicini di città o paese. Infatti, lontano da Parigi, soprattutto nel
Midi, la rivoluzione era alimentata dalla furia di uomini sena scrupoli, quindi, Augustin si fece un’immagine
personale del terrore solo allontanandosi dalla capitale; per cui, per salvare la rivoluzione occorreva
terminarla. In particolare, egli denunciò la caduta della teoria ultrarivoluzionaria e della pratica terroristica
nei dipartimenti: cioè la guerra contro la libertà di culto, tra il popolo e d il clero cattolico (si tratta delle
violenze antireligiose note come decristianizzazione). Successivamente Augustin ebbe l’incarico di fare
tappa in Franca Contea, dove il deputato montagnardo permetteva agli hebertisti di imperversare e di
compiere i loro massacri. Durante questa permanenza, Augustin fece solo una cosa: ordinò di rilasciare
uomini e donne detenuti come nemici della repubblica, all’insegna della indulgenza. Infatti, nella Francia
dell’anno II, capitava di restare in galera per imputazioni immotivate e inconsuete, o anche di rischiare la
ghigliottina. Ma ci sono altri esempi di indulgenza repubblicana compiuti da Augustin: ordinò di liberare un
ex frate detenuto da mesi cui si rimproverava di essere indifferente alla rivoluzione, ma anche 14