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Storia: il movimento delle Suffragette
Inglese: Charles Dickens
Filosofia: Hans Jonas (il principio di responsabilità)
Biologia: l'inquinamento
Fisica: le onde e i campi elettromagnetici; l'inquinamento da campi elettromagnetici
Il verismo
Il verismo e' un movimento letterario e artistico italiano che si sviluppa negli anni successivi all'Unità e prosegue fino
al primo decennio del Novecento, raggiungendo la piena maturità nell'ultimo trentennio dell'Ottocento.
Il verismo, ispirandosi al Naturalismo francese e al Positivismo, teorizza
una rigorosa fedeltà alla realtà effettiva delle situazioni, dei fatti, degli
ambienti, dei personaggi e una corrispondenza con il sentire e il parlare dei
soggetti che vengono rappresentati.
Alla base del Verismo vi è l’impersonalità dell’arte, ossia la riproduzione
obiettiva ed integrale della realtà, senza alcuna interferenza dell'osservatore
sugli oggetti osservati: il narratore è colui che raccoglie il fremito delle
passioni, delle sofferenze e lo rivela, impassibile, senza biasimi o
esaltazioni, mettendosi in parte per lasciar parlare l'evidenza dei fatti, la
logica delle cose, la realtà delle situazioni.
L'artista, attento alla realtà della dimensione del quotidiano, deve ispirarsi
unicamente al vero cioè desumere la materia della propria opera da
avvenimenti realmente accaduti e preferibilmente contemporanei,
limitandosi a ricostruirli obiettivamente ovvero rispecchiando la realtà in
tutti i suoi aspetti e a tutti i livelli sociali.
Attraverso dei “casi esemplari” lo scrittore ci dipinge la condizione di un
intero: le vicende ma,soprattutto, i comportamenti, sentimenti, reazioni e
dinamiche dei personaggi, non valgono solo per il singolo personaggio, ma
sono un esempio di una realtà esistente e largamente diffusa.
Il verismo italiano ebbe una forte caratterizzazione regionale e, poiché le
realtà regionali italiane erano profondamente diversificate, diversi furono
pure i modi, i temi e gli ambienti rappresentati dai veristi.
Il narratore, nel far parlare i suoi personaggi, usa il loro linguaggio: uno stile
stringato, una sintassi semplice e colloquiale, una lingua paesana e viva,
continuamente arricchita da espressioni popolaresche, dialettali e proverbiali
e da riferimenti a luoghi, personaggi e tradizioni tipiche del luogo in cui è
ambientata la narrazione, che mettono in luce l'oggettività della narrazione.
Lo scrittore verista si occupa di situazioni quotidiane reali, vissute cioè nella
scottante realtà nazionale: le plebi meridionali, il lavoro minorile,
l'emigrazione.
Il verismo, quindi, denuncia con estrema oggettività e precisione tutte quelle
situazioni che molti ignoravano. La povertà, il lavoro minorile,
l’emigrazione, lo sfruttamento, il dolore della classe lavoratrice, la
sofferenza delle campagne che tutti cercavano di ignorare e nascondere,
viene messa in luce ed esposta nelle parole dei romanzi veristi.
Alcuni degli esponenti più significativi di questo movimento sono:
Giovanni Verga (I malavoglia)
Federigo de Roberto (Il vice re)
Grazia Deledda (Canne al vento)
Matilde Serao (Il ventre di Napoli)
Remigio Zena (La bocca del lupo)
Luigi Capuana (Giacinta)
Charles Dickens Charles Dickens nasce a Porstsmouth nel 1812 e trascorre
un’infanzia molto turbolenta e infelice; infatti il padre fu arrestato
per debiti e, a causa di ciò, Dickens fu costretto a lavorare in una
fabbrica di lucido per scarpe. Questi anni per lui furono la fonte di
molte sofferenze, ma saranno poi la base dalla quale il poeta partirà
per la scrittura delle sue opere.
Dal 1830 in poi lavorerà come giornalista in molte redazioni.
Questo gli permetterà poi di pubblicare, a puntate, alcuni dei suoi
romanzi, come il suo famoso Oliver Twist.
Bisognava però tener conto che, ogni singolo pezzo che pubblicava
sul giornale, finiva con un momento di suspense per invogliare il
lettore a comprare il numero seguente del giornale, il quale avrebbe
contenuto il continuo della storia. Di conseguenza, quando tutti i
pezzi venivano riuniti in un unico romanzo, il romanzo unitario si
presentava molto difficile da leggere.
Temi
All’interno dei suoi romanzi, molti dei quali ambientati a Londra, Dickens affronta le ingiustizie sociali che
riguardano la gente povera e la classe lavoratrice.
All’interno di queste due categorie di persone, vi è una particolare attenzione agli adolescenti.
Gli adolescenti che il poeta descrive sono adolescenti infelici, che vivono nei bassifondi di Londra, costretti a
lavorare per somme irrisorie e in condizioni di igiene e sicurezza pessime.
A differenza però dei romanzi precedenti, in Dickens gli adolescenti assumono un ruolo completamente diverso:
mentre prima gli adulti erano coloro che dispensavano consigli, modelli da seguire o morali, ora sono gli adolescenti
a svolgere questo ruolo; è l’adulto che ora deve prendere esempio dal bambino, visto come maestro dal quale i grandi
devono imparare.
Hard Times
La critica più importante è mossa dal poeta nella sua opera Hard Times.
In essa, Dickens, vuole denunciare la differenza fra la classe abbiente e la classe
lavoratrice e, soprattutto, la visione dell’epoca riguardo il bambino: esso veniva
visto non più come il bambino puro, non corrotto dalla società, ma come una
macchina da lavoro senza sentimenti né immaginazione. Un essere privato della
sua interiorità e natura, il cui unico obiettivo era quello di lavorare in una fabbrica,
accettando ingiuste e misere condizioni di lavoro.
Le Suffragette Il movimento delle Suffragette, fu un movimento sorto in Gran Bretagna
alla fine dell'Ottocento per ottenere il suffragio elettorale femminile.
Pronunciamenti in favore del voto femminile si erano avuti in Francia e in
Inghilterra alla fine del XVIII secolo, ma un movimento di donne nacque in
Inghilterra solo nel secolo successivo. Ottenuto il voto municipale (1869) e
di contea (1880), esso si pose l'obiettivo del voto per il parlamento. Nel
1897 il movimento si strutturò nelle National Union of Women's Suffrage
Societies, fondato da , Millicent Fawcett. Il rifiuto di concedere l'estensione
del voto femminile portò Emmeline Pankhurst a fondare nel 1903 un
movimento che venne definito "militante": l'Unione nazionale sociale e
politica delle donne. Questo si fece promotore di agitazioni culminate in
numerosi arresti. Tale movimento fu definito delle "suffragette" in
contrapposizione a quello delle "suffragiste" che perseguiva lo stesso
obiettivo con metodi più moderati.
Le suffragette attuarono azioni dimostrative, incatenandosi a ringhiere,
incendiando le cassette postali, rompendo finestre e così via. Una
suffragetta, Emily Davison, morì durante i disordini al Derby di Epsom del
1913, e le venne dedicata una edizione speciale del quotidiano The
vennero incarcerate e iniziarono lo sciopero della fame
Suffragette.Molte
emulando Marion Dunlop, la prima suffragetta ad attuare tale forma di
protesta.
Interrotte le proteste nel 1914 per contribuire alla causa nazionale, nel 1918 le donne sopra i trent'anni furono
ammesse al voto politico e nel 1928 il suffragio fu esteso a tutte le donne. Anche negli Stati Uniti si formarono, dal
1869, movimenti analoghi che riuscirono a ottenere il suffragio nel 1920. Il movimento statunitense diede vita anche
all'Alleanza internazionale per il suffragio della donna. Ma il primo paese in cui le
donne ottennero il diritto di voto fu l'Australia, nel 1903.
Il movimento in Italia
In Italia il percorso fu in parte rallentato dal fatto che l’ unificazione avvenne solo nel 1861. Nel 1919 le donne
ottennero l'emancipazione giuridica, e pure papa Benedetto XV si pronunciò pubblicamente favorevole al diritto di
voto alle donne. Storicamente, ai primi nuclei femminili organizzati di inizio '900, aderirono inizialmente le donne
della borghesia , alle quali si affiancarono successivamente cattoliche e socialiste. Fu solo il 30 gennaio, quando
l'Italia era ancora in guerra, che il Consiglio dei Ministri dell’Italia Libera presieduto da Bonomi approvò il decreto
legge De Gasperi-Togliatti, che prevedeva il diritto di voto esteso a tutti gli italiani che avessero 21 anni compiuti. Le
donne votarono, per la prima volta, il 2 giugno 1946, per l'elezione dell’Assemblea costituente.
L’inquinamento
Il mondo in cui viviamo è il risultato del perfetto equilibrio esistente tra tutti gli esseri viventi e l'ambiente che li
circonda. Quando questo equilibrio viene a mancare, la vita sulla terra corre il rischio di estinguersi.
Con il termine generico inquinamento si indica il degrado dell'ambiente causato dall'immissione, da parte dell'uomo,
di sostanze che ne alterano le caratteristiche chimico-fisiche. A seconda di dove sono immesse queste sostanze, che
possono essere solide, liquide o gassose, si parla d'inquinamento atmosferico (o dell'aria), dell'acqua e del suolo.
Inquinamento atmosferico
osferico
atm
L’inquinamento atmosferico può essere definito come la presenza in atmosfera di sostanze che nella naturale
composizione dell’aria non sono presenti o sono presenti ad un livello di concentrazione inferiore, e che producono
un effetto misurabile sull’uomo, sugli animali, sulla vegetazione o i materiali.
Responsabili principali dell'inquinamento atmosferico sono i veicoli con motore a scoppio, le industrie, le centrali
termoelettriche, i combustibili per il riscaldamento domestico, la combustione dei rifiuti specie se realizzata senza di
adatti impianti di abbattimento delle polveri e di depurazione dei fumi.
CO (Monossido di carbonio)
Sorgenti Il monossido di carbonio, CO, si forma durante la combustione delle sostanze
organiche, quando questa è incompleta per difetto di ossigeno. La quantità
maggiore di questa specie è prodotta dagli autoveicoli e dall'industria (impianti
siderurgici e raffinerie di petrolio). Nettamente minore è l'emissione di CO dalle
centrali termoelettriche e degli impianti di riscaldamento, perché la combustione è
meglio controllata. Tra i motori degli autoveicoli, quelli a ciclo Diesel ne
emettono in minima quantità, perché la combustione del gasolio avviene in
eccesso di aria. Le emissioni naturali del monossido di carbonio comprendono
l’ossidazione del metano e degli altri idrocarburi naturalmente emessi
nell’atmosfera, l’emissione diretta dalle piante e l’attività microbica negli oceani.
Le emissioni naturali ed antropogeniche di questa specie sono globalmente dello
stesso ordine di grandezza.
Il monossido di carbonio è un gas incolore, inodoro e fortemente tossico: esplica
la sua azione sull’uomo formando con l'emoglobina un complesso irreversibile
che inibisce il trasporto di ossigeno nel sangue, causando problemi al sistema
respiratorio e, ad elevate concentrazioni, la morte per asfissia. L'affinità del CO
per l'emoglobina è di oltre 200 volte superiore a quella dell'ossigeno: la
carbossiemoglobina che si forma impedisce l'ossigenazione dei tessuti: i primi
sintomi dell'avvelenamento sono cefalea e vertigine. Forti concentrazioni di CO
in ambienti chiusi, provocate dal cattivo funzionamento di stufe e scaldabagni
(generalmente per cattiva installazione o per otturazione dei camini) o dal
funzionamento di motori, provocano la morte in breve tempo: 90 minuti in
presenza di 1000 ppm di CO. Concentrazioni inferiori danno esito letale dopo
Effetti sulla salute alcune ore: ma il fatto che il monossido di carbonio sia inodoro impedisce alle
vittime, colpite inoltre da sonnolenza, di avvertire il pericolo e di aerare il locale.
L'esposizione prolungata a concentrazioni di 50 ppm (valore che viene spesso
superato nelle vie a forte traffico) è notevolmente dannosa. La quantità di CO
emessa dagli scarichi degli autoveicoli è negli ultimi anni diminuita a causa della
migliorata efficienza dei motori, del controllo delle emissioni autoveicolari e
dell’utilizzo di marmitte catalitiche. Attualmente, la concentrazione atmosferica
localizzata di questo inquinante risulta in genere in diminuzione.
SO (Anidride solforosa)
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Sorgenti L’emissione di anidride solforosa deriva dal riscaldamento domestico dai motori
alimentali a gasolio, dagli impianti per la produzione di energia, ed in generale
dalla combustione di carbone, gasolio ed oli combustibili contenenti piccole
percentuali di zolfo, dalla produzione dell'acido solforico, dalla lavorazione di