
Studenti sul piede di guerra nella maggior parte delle città italiane. Dopo l’ondata di protesta della scorsa settimana, domani 12 ottobre è prevista una seconda manifestazione studentesca per dar forza alla voce dei ragazzi che sono decisi a non accettare di essere vittime dell’attuale crisi economica e, in particolare, a non permettere che il Disegno di legge 953 (ex Aprea), approvato ieri dalla Camera, venga approvato anche dal Senato.
Ma i motivi della protesta non si fermano qui e viaggiano dalla scarsa qualità dell’edilizia scolastica alle tasse universitarie.
EX LEGGE APREA, ECCO DI COSA SI TRATTA - Sembra essere proprio questo Ddl ex Aprea uno dei motivi fondanti della protesta degli studenti e di molti docenti italiani. La legge che sancisce l’autonomia scolastica secondo molti abrogherebbe diversi diritti dei ragazzi e delle famiglie e tratterebbe la scuola come se fosse esclusivamente un’azienda. Approfondiamo insieme quali punti di questa legge hanno dato vita all’ennesimo autunno caldo della scuola italiana.
BYE BYE ASSEMBLEE – È in particolare il primo articolo del Ddl a destare la rabbia degli studenti. Infatti, l’articolo 1 della legge 953 (ex Aprea) sancisce, come già introdotto, l’autonomia scolastica. Fin qui nulla di scorretto se non fosse che per molti è facile leggere tra le righe del comma 3 che afferma, appunto: “Alle istituzioni scolastiche è riconosciuta autonomia statutaria, nel rispetto delle norme generali sull’istruzione”. In breve, questo significa che ogni scuola avrà un proprio statuto, quindi le sue regole. Gli studenti in protesta vendono in questo comma una facilitazione della scuola di limitare alcuni loro diritti come quello di riunirsi in assemblea.
BENVENUTA PRIVATIZZAZIONE - Ma le preoccupazioni di insegnanti e ragazzi non si limitano alle assemblee. Infatti nel comma 1 si legge che: “L’autonomia delle istituzioni scolastiche, costituzionalmente sancita, è riconosciuta sulla base di quanto stabilito dall’articolo 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59, e successive modificazioni, e dal decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275”. In parole povere, andando oltre tutti questi numeri e approfondendo le leggi citate, è stato facile per gli studenti arrivare alla conclusione che questo prima comma legalizzi e legittimi l’entrata dei soggetti privati nella finalità educativa del sistema scolastico.
COSA SIGNIFICA "PRIVATIZZAZIONE"? - In breve, questo significa che per evitare che le uscite economiche della scuola superino le sue entrate, si permette ai privati di sanare gli eventuali debiti e di mettere bocca sulle finalità educative adottati dalla scuola in questione. In attesa della manifestazione di domani, gli studenti hanno già fatto partire una protesta sul web proprio contro questo punto.
INVALSI AL CENTRO DELLA VALUTAZIONE – A contribuire a gettare insegnanti e studenti nel panico, viene poi l’art. 8 del Ddl Aprea in cui viene affermata la centralità del ruolo dell’INVALSI. Saranno proprio i risultati di queste prove nazionali ad influenzare l’elaborazione del POF (Piano dell’Offerta Formativa) e quindi a decidere quello che gli studenti dovranno studiare e quello che i docenti dovranno insegnare.
EDILIZIA SCOLASTICA E POCHE PROSPETTIVE LAVORATIVE - Questi i punti principali del Ddl che hanno scatenato la rabbia degli studenti orientandoli verso il suo rifiuto. Ma i motivi della protesta che domani coinvolgerà nuovamente il mondo della scuola e dell’università sono più ampi e vanno dalla poca speranza dei ragazzi di trovare un lavoro con l’attuale crisi economica ai problemi legati all’edilizia scolastica che sappiamo ormai essere di scarsa qualità.
CONTRO ALZAMENTO DELLE TASSE E NUMERO CHIUSO - Anche gli universitari sono impegnati nella protesta chiedendo un abbassamento delle tasse universitarie che stanno arrivando alle stelle e l’abolizione dei test di ingresso che limiterebbero il diritto allo studio. Insomma, per gli studenti italiani ed anche per gran parte degli insegnanti ci sarebbe un assoluto bisogno di una riforma scolastica volta ad assicurare un futuro migliore e il rispetto dei diritti degli studenti.
GLI APPUNTAMENTI - Ecco quali sono gli appuntamenti principali previsti per la manifestazione di domani:
Abruzzo - Sit-in regionale a Piazza Italia sotto la Prefettura di Pescara dalle ore 11. L'Aquila. ore 9 corteo di protesta insieme agli studenti, dal polo scolastico di Colle Sapone a Piazza Duomo nel centro storico della città.
Basilicata - Manifestazione regionale a Potenza. Partenza da Piazza Don Bosco alle ore 9.00 e arrivo a Piazza Matteotti.
Campania - Manifestazioni provinciali con gli studenti. Napoli, ore 9.00 Piazza Mancini, presso statua di Garibaldi. Avellino, ore 9.00 Piazza d'Armi. Benevento, ore 9.00 Piazza Risorgimento. Caserta, ore 10.00.
Emilia Romagna - Bologna/Imola piazza tematica ore 9/13, Piazza del Nettuno. Piacenza, presidio ore 10,30 presso Ufficio Scolastico Territoriale, borgo Faxhall. Parma, presidio ore 9/10 davanti alla Prefettura con distribuzione di materiale informativo e mele “la scuola è alla frutta”. Reggio Emilia, presidio ore 9/13 Piazza della Vittoria. Modena, presidio ore 9,30 davanti alla Prefettura. Ferrara, presidio Piazza Municipale ore 10,30. Ravenna, presidio Piazza dell’Aquila ore 10/12. Forlì, presidio ore 11 davanti alla Prefettura. Cesena, presidio ore 10,30/12,30 presso i Giardini Pubblici. Rimini, presidio ore 9,30/13 Piazza Cavour.
Friuli Venezia Giulia - A Pordenone, sit-in ore 11.00 presso la Prefettura e corteo degli studenti con concentramento alle ore 9.00 davanti al Teatro Concordia.
Lazio - Corteo a Roma ore 9.00 da Piazza dell'Esquilino a Piazza Santi Apostoli.
Lombardia - Milano partenza alle ore 9.30 da L.go Cairoli per poi raggiungere il Palazzo della Regione dove ci saranno interventi dal palco.
Sicilia - Palermo, ore 9.00, Piazza Massimo. Agrigento, ore 8.45, Piazza Cavour. Caltanissetta, ore 9.00, Via Nino Martoglio. Catania, ore 9.00 a Piazza Stesicoro. Mazara del Vallo, ore 9.00, Piazza della Repubblica. Ragusa, ore 9.30, Piazza San Giovanni. Siracusa, ore 9.00, Piazza Pantheon. Trapani, ore 9.00, Piazza Vittorio Veneto.
Sardegna - Cagliari, ore 9.30 da Piazza Repubblica a Viale Trieste.
Toscana - Firenze ore 9.30 concentramento in Piazza S. Firenze angolo Via de' Gondi.
Valle d'Aosta - Aosta, dalle ore 9.00 alle ore 15.00, Biblioteca regionale angolo Via Aubert.
Serena Rosticci