Atreyu
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Testo latino e traduzione versione da Cicerone, Brutus, 224.

Versione originale in latino


Et quoniam huius generis facta mentio est, seditiosorum omnium post Gracchos L. Appuleius Saturninus eloquentissimus visus est: magis specie tamen et motu atque ipso amictu capiebat homines quam aut dicendi copia aut mediocritate prudentiae. longe aut em post natos homines improbissimus C. Servilius Glaucia, sed peracutus et callidus cum primisque ridiculus. is ex summis et fortunae et vitae sordibus in praetura consul factus esset, si rationem eius haberi licere iudicatum esset. nam et plebem tenebat et equestrem ordinem beneficio legis devinxerat. is praetor eodem die, quo Saturninus tribunus plebis, Mario et Flacco consulibus publice est interfectus; homo simillimus Atheniensis Hyperboli, cuius improbitatem veteres Atticorum comoediae notaverunt.

Traduzione all'italiano


E giacché sì è fatta menzione di questa categoria, dopo i Gracchi il più eloquente di tutti i sediziosi parve essere Lucio Appuleio Saturnino: tuttavia egli avvinceva la gente più col suo aspetto, coi suo gestire e col suo modo di portare la toga, che con la ricchezza della sua eloquenza o con la sua modesta intelligenza politica. Ma di gran lunga il peggiore di tutti gli uomini da che mondo è mondo fu Gaio Servilio Glaucia, che tuttavia aveva un bell'acume, era scaltro, e dotato di un'eccellente capacità di muovere il riso. Nonostante le origini più abiette, e l'immensa abiezione della sua vita, costui sarebbe stato eletto console prima della fine della sua pretura, se la sua candidatura fosse stata giudicata accettabile. In fatti teneva la plebe nelle sue mani, e si era guadagnato l'ordine equestre con una legge che ne favoriva gli interessi." Quand'era pretore, venne ucciso, per disposizione della collettività, nello stesso giorno in cui venne analogamente ucciso Saturnino - il quale era in carica come tribuno della plebe -, sotto il consolato di Mario e Flacco. Quest'uomo rassomigliava parecchio all'ateniese Iperbolo, la cui ribalderia fu messa alla berlina dai poeti attici della commedia antica.

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