Resistenza cellulare
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Terrore, bugie e cellulari: Madrid, 11-14 marzo 2004
• Ancora prima che emergessero delle prove concrete, il governò affermò con
totale certezza che la responsabilità dell’attentato era da addossare al gruppo
terroristico basco dell’ETA, tanto che il primo ministro Aznar contattò
personalmente i direttori dei maggiori giornali spagnoli poche ore dopo la
tragedia, così da rafforzare la versione governativa e che il principale
quotidiano spagnolo, El Pais, pur essendo avverso alla linea politica del PP, il
giorno seguente uscì con il titolo in prima pagina: “Massacro dell’ETA a
Madrid”, cambiando quello previsto inizialmente: “Massacro terrorista a
Madrid”.
• Già il giorno seguente si fece sempre più evidente che il colpevole non era
l’ETA ma Al Qaeda, dato che la polizia spagnola trovò un furgone con i
detonatori e un nastro con versetti islamici; tuttavia il ministro degli Interni si
ostinò a ritenere responsabili dell’attentato i terroristi baschi.
• La motivazione di tale ostinazione fu il vantaggio (o lo svantaggio…) politico
del quale si sarebbe potuto servire il PP dalla vicenda: se infatti fosse stata
ritenuta davvero responsabile l’ETA, esso se ne sarebbe stato avvantaggiato,
data la politica di totale contrasto, effettuata nel corso della legislatura, nei
confronti del terrorismo basco; diverso invece il caso di un coinvolgimento da
parte di Al Qaeda, che avrebbe compromesso la vittoria dei conservatori a
La resistenza cellulare: comunicazione
causa del loro appoggio all’occupazione dell’Iraq.
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• Il canale TVE1, che è controllato dall’esecutivo e che nei notiziari raccoglie il
TVE1
maggior numero di telespettatori, fu l’emblema della manipolazione governativa,
poiché fece il possibile per omettere o ritardare ogni informazione sulla
responsabilità da parte del terrorismo islamico, finché non fu ufficialmente
riconosciuta dal governo; questo comportamento provocò nella mente di milioni di
spagnoli un giudizio estremamente negativo nei confronti del partito di
maggioranza: una settimana dopo, infatti, il 65% di loro ritenne che le informazioni
sull’attentato erano state manipolate per ottenere un vantaggio politico.
• Un network che invece si contraddistinse per l’autonomia di giudizio rispetto al
panorama mediatico spagnolo, fu la radio privata SER che in grande anticipo
diffuse le informazioni provenienti dalla polizia indicanti il terrorismo islamico come
responsabile della strage; tuttavia, già il sabato mattina, una pluralità di soggetti
mediali, compresi Internet e i media stranieri, era penetrato in alcuni settori
dell’opinione pubblica iberica, che cercò di ribellarsi alle falsità del governo,
cercando dei canali di comunicazione alternativi per esprimere il proprio punto di
vista e lanciare un appello all’azione.
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• La mattina di sabato 13 marzo, giorno precedente alle elezioni e cosiddetta “
giornata della riflessione”, un giovane politicamente indipendente decise di
inviare un SMS a dieci amici, con l’idea di protestare davanti alla sede
madrilena del Partido Popular. Eccone il contenuto: “Aznar la fa franca? La
chiamano giornata di riflessione ma Urdazi (il conduttore della TVE
manipolatore di notizie) lavora? Oggi, 13 M, h 18, sede PP, via Genova 13.
Niente partiti. In silenzio per la verità. Inoltralo!”.
• Il messaggio fece scatenare il meccanismo da lui sperato, poiché i suoi amici
lo girarono ad altri amici, che fecero lo stesso, tanto che il traffico di SMS in
Spagna crebbe del 30% rispetto a un sabato medio; inoltre, per trasmettere il
contenuto del messaggio ad un numero sempre maggiore di cittadini, si ricorse
anche alla posta elettronica.
• Alle 18 c’erano centinaia di persone (in modo particolare giovani) sedute in
strada davanti alla sede del PP a Madrid e la diffusione dei messaggi, uguali o
simili a quello sopra citato, fece sorgere manifestazioni spontanee in molte città
spagnole.
• Una particolare forma di protesta, scaturita anch’essa dalla diffusione di SMS,
fu quella di battere contemporaneamente pentole e padelle dalle finestre ad un
orario prefissato dalla rete di utenti.
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• Finalmente, alle 20.20 di sabato 13, ossia meno di dodici ore prima
dell’apertura dei seggi, il ministro degli Interni apparve in tv per annunciare
l’arresto della cellula islamica, pur continuando a ritenere valida la possibilità di
una cooperazione tra Al Qaeda e l’ETA; come previsto, tale ammissione si
rivelò estremamente negativa per le sorti elettorali del PP, poiché fu la prova
dell’esistenza di un piano del governo di mentire al Paese.
• Grazie alla forte affluenza (fu maggiore del 75%) che crebbe di 7 punti
percentuali rispetto alle precedenti elezioni del 2000, ma soprattutto a causa di
questo “auto-gol” comunicativo, il PP perse le elezioni, ottenendo solamente il
37,6% contro il 42,6% del suo principale avversario: il partito socialista.
• Pur essendo in maggioranza gli elettori che dichiararono l’ininfluenza degli
eventi terroristici (e comunicativi del governo…) sulle loro decisioni di voto (il
71%), una quota decisiva nell’esito elettorale (il 21,5%) dichiarò il contrario e,
tra questi ultimi, bisogna discernere tra coloro che sono ricorsi all’attivazione
(ovvero gli elettori che inizialmente erano intenzionati ad astenersi e che in
seguito hanno votato) e coloro i quali hanno scelto la conversione (ossia gli
elettori che inizialmente erano intenzionati ad esprimere il proprio voto per un
partito e che in seguito hanno mutato la propria opinione).
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• Castells elenca in modo breve ma preciso gli avvenimenti che hanno portato al
processo di comunicazione alternativa:
– Le manifestazioni di piazza indette dal governo con l’appoggio delle altre
forze politiche la sera del venerdì 12, ove vi furono degli appelli spontanei
da parte dei dimostranti, che cominciarono a mettere in dubbio la versione
ufficiale offerta dal governo, tanto che molti di essi portarono striscioni
contro la guerra in Iraq;
– L’inizio della circolazione di SMS che, fin dal sabato mattina, tanti individui
indipendenti dai partiti inviarono ai loro contatti in rubrica, permettendo la
creazione di una rete istantanea di comunicazione e di mobilitazione via
cellulare;
– Il tentativo da parte del PP di controbattere a tale rete con una propria
catena di SMS dal contenuto evidentemente diverso (“ETA è responsabile
del massacro. Inoltralo!”) senza però ottenere il medesimo successo, a
causa del ridotto numero di utenti raggiunto, dato che la diffusione del
messaggio si limitò ai canali del partito.
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prassi Individualismo in rete e comunità insorgenti di prassi
• La comunicazione wireless ha assunto un ruolo chiave nell’autonomia
personale e culturale, diventando lo strumento privilegiato del cambiamento
politico, grazie alla costante diffusione di tale tecnologia su cui poggia la
pratica sociale della nostra società.
• Castells richiama i modelli culturali di base della società in rete globale:
– L’individualismo reticolare: è una cultura che ricostruisce le relazioni sociali
reticolare
sulla base di individui autodefiniti che ha l’obiettivo di interagire con gli altri
seguendo le proprie scelte, i propri valori e i propri interessi;
– Il comunalismo reticolare: è una cultura che crea delle comunità con
reticolare
un’identità propria ove gli individui possono trovare rifugio. Tali comunità
spesso si trasformano nel fortino dove i propri appartenenti possono
testimoniare la loro resistenza ad un ordine sociale in cui non si
riconoscono.
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prassi
DESCRIZIONE DISPENSA
Materiale didattico per il corso di Analisi dell'opinione pubblica del prof. Mauro Barisone. Trattasi della presentazione di Luca Pedrini dal titolo "La resistenza cellulare: comunicazione wireless e le comunità insorgenti di prassi", avente ad oggetto i casi di studio di Manuel Castells ed in particolare il ruolo dei telefoni cellulari e della tecnologia wireless nei movimenti di contestazione politica.
I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Atreyu di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Analisi dell'opinione pubblica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Milano - Unimi o del prof Barisone Mauro.
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