Modelli Comunicativi - Parte seconda
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ESTRATTO DOCUMENTO
La decodifica aberrante
Incomprensione del messaggio per
interferenze circostanziali
Il codice
dell emittente è
compreso dal
destinatario ma è
modellato sul
proprio orizzonte
di attesa
La decodifica aberrante
Negli anni 40 negli Usa venne lanciata una
campagna antirazzista basata su cartoons
che avevano come protagonista Mr Biggot,
un vecchio autoritario e sciovinista, che veniva
continuamente messo alla berlina e satireggiato.
Questa campagna ebbe un esito inatteso: piaceva molto ed
ebbe successo specialmente presso i giovani, ma gli
atteggiamenti razzisti non diminuivano affatto. Perché?
Studi successivi dimostrarono che la ragione per cui
piaceva ai giovani era dovuta al fatto che essi identificavano
in Mr Biggot la generazione dei loro padri, che erano
interessati a criticare, mentre il contenuto antirazzista del
messaggio rimaneva ignorato o veniva rimosso.
La decodifica aberrante
Rifiuto del messaggio per delegittimazione
dell emittente
(il codice dell emittente è compreso dal
destinatario ma il senso viene stravolto per motivi
ideologici)
Guerriglia semiologica
decodifica
intenzionalmente
divergente
I modelli della comunicazione di Schramm
La formulazione iniziale ricalca lo schema
comunicativo-informazionale di Shannon e Weaver
mantenendo per lo più inalterate le caratteristiche di
linearità e unidirezionalità del processo.
W. Schramm, 1954
I modelli della comunicazione di Schramm
Il segnale si trova nel punto di intersezione dei campi di
esperienza che il codificatore e il decodificatore mettono
in gioco nella situazione comunicativa.
Si assiste in questo modo ad una parziale
sovrapposizione della fonte e del destinatario.
W. Schramm, 1954
I modelli della comunicazione di Schramm
La comprensione tra fonte e destinatario ha luogo
solo se i due soggetti condividono qualcosa .
Il campo di esperienza
Tipo di orientamento, attitudini, esperienze personali
degli attori protagonisti dell’interazione.
W. Schramm, 1954
I modelli della comunicazione di Schramm
Si comincia a delineare una struttura già chiaramente
semi-circolare del processo comunicativo.
Il feedback è tuttavia introdotto soltanto mediante la
duplicazione del messaggio.
W. Schramm, 1954
I modelli della comunicazione di Schramm
Centralità dell interpretazione, oltre che della
decodifica W. Schramm, 1954
Il contesto nel processo comunicativo
La complessità dell attività di decodifica impone la
necessità di sviluppare una metodologia di studio del
processo comunicativo in grado di rendere conto delle
regole culturali che organizzano le diversità individuali di
un fenomeno sociale.
Il contesto di consumo può, infatti, essere considerato
una complessa pratica culturale caratterizzata da processi
di negoziazione e contestazione.
Il contesto è la cornice all interno della quale si realizza la
lettura di un testo/messaggio comunicativo.
Il contesto nel processo comunicativo
Qualunque interazione-comunicazione si svolge secondo
leggi proprie, definite in base alla conformazione spaziale
del setting, alla durata dell interazione, al grado di
disponibilità e alle competenze interattive dei soggetti …
in una parola al contesto entro cui l interazione ha luogo.
Ogni cambiamento anche minimo del contesto si
riverbera sulle pratiche di comunicazione, modificandone
la forma e alterandone gli effetti.
Il contesto nel processo comunicativo
Il contesto può essere definito come un insieme di
micro-setting quotidiani , cioè ambienti fisici (la casa) e
relazionali (la famiglia, gli amici …) che abitualmente
ospitano le pratiche di ricezione (e di produzione)
(Moores).
Questi setting locali sono a loro volta incorporati in più
ampie strutture sociali (il macro-contesto) e intrecciati
con esse.
Modello della comunicazione di Gerbner (1956)
Towards a general model of communication
G. Gerbner, ,
in Audio Visual Communication Review , 4, 1956
Modello della comunicazione di Gerbner (1956)
E rappresenta l evento percepito
M è il soggetto che percepisce l evento, un uomo o una
macchina, che di fatto vede E 1
Ciò che E rappresenta dipende da variabili
1
di selezione, di contesto, di disponibilità
di informazioni che riguardano
M
Modello della comunicazione di Gerbner (1956)
Il passo successivo è che M voglia
comunicare E a qualcun altro.
1
M produce il messaggio SE (statement
about event), dove S è la forma ed E il
contenuto del nuovo messaggio.
Per trasmettere SE, M si affida a canali –
media sui quali ha un limitato potere di
controllo.
Modello della comunicazione di Gerbner (1956)
Infine, il messaggio SE dovrà essere percepito da un
secondo attore comunicativo, M
2
Così come E era percepito da M come E , SE sarà
1
percepito da M come qualcosa di differente, chiamato
2 SE 1
Modello della comunicazione
di Gerbner (1956)
1. qualcuno
2. percepisce un evento
3. e reagisce
4. all interno di una particolare situazione
5. ricorrendo a un canale
6. per trasformare le informazioni disponibili
7. in forma di messaggio
8. prodotto all interno di un particolare contesto
9. che veicola un contenuto
10.e provoca alcune conseguenze
Modello della comunicazione di Gerbner (1956)
Il modello di Gerbner si focalizza sul rapporto tra
processi di percezione e trasmissione,
personale e mediale della realtà.
A partire dagli scambi relazionali interpersonali si
estende ai mezzi di comunicazione di massa.
Il verificarsi di qualsiasi fenomeno può costituire
l oggetto di una comunicazione tra l osservatore/
artefice di quel medesimo fenomeno e uno o più
riceventi.
Modello della comunicazione
di Gerbner (1956)
Rispetto ai modelli lineari, si interpongono, tra fonte
e ricevente, una serie di nodi problematici legati alla
ricezione e alla decodifica.
Si pone l accento sulla
grande variabilità della
percezione rispetto
all evento (E), sia da parte
degli operatori (E1), sia da
parte del ricevente (SE1).
Modello della comunicazione di Gerbner (1956)
Si mette in luce:
il carattere creativo ed interattivo del processo
percettivo;
il valore del contesto
nella lettura dei messaggi;
la natura aperta della
comunicazione umana: si
sottolinea un rapporto
dinamico e interattivo tra
forma (S=segnale) e contenuto (E=evento) nel processo
comunicativo.
Modello della comunicazione di Gerbner (1956)
La natura creativa e interattiva di ogni processo
percettivo riguarda tanto le nostre pratiche
quotidiane, basate sull esperienze immediata,
quanto le attività in cui facciamo ricorso ai mezzi
di comunicazione.
L ipotesi di una distorsione non è una
prerogativa
esclusiva degli strumenti mediali, ma una variabile
ricorrente in qualsiasi operazione che mira a
fornire un resoconto e, dunque, a produrre un
potenziale dato comunicativo.
Modello della comunicazione di Berlo (1960)
S M C R
SORGENTE MESSAGGIO CANALE RICEVENTE
abilità vista abilità
elementi struttura
attitudini udito attitudini
c trattamento
o c
conoscenza tatto riconoscimento
n o
t d
e i odorato sistema sociale
sistema n c
sociale u e
t gusto cultura
o
cultura
D. K. Berlo, The Process of Communication: An Introduction to Theory and Practice,
Holt, Rinehart & Winston, London 1960
Modello della comunicazione di Berlo (1960)
Prende le mosse dalla teoria matematica
dell informazione: la sigla SMCR (Source, Message,
Channel, Receiver) riprende gli elementi dello schema di
Shannon e Weaver
Ma in più…
sottolinea l importanza della cultura e del sistema sociale
in cui la comunicazione si svolge
Il flusso comunicativo è concepito linearmente
Modello della comunicazione
di Berlo (1960)
L esistenza del feedback è
soltanto ipotizzata.
Il modello suggerisce che alla
base di un atto comunicativo
riuscito si debba porre l accordo
fra le abilità della fonte e quelle
del ricevente.
Si assiste ad una valorizzazione
del contesto.
Modello della comunicazione di Tatiana
Slama-Cazacu (1973)
T. Slama-Cazacu, Introduzione alla psicolinguistica, Patron, Bologna, 1973
DESCRIZIONE DISPENSA
La presente lezione fa riferimento al corso di Processi culturali e comunicativi tenuto dal Prof. Ciofalo. Proseguendo nell'analisi dei modelli, vengono qui presentati i seguenti: il modello semiotico-informazionale, la decodifica aberrante, i modelli della comunicazione di Schramm, il modello della comunicazione di Gerbner, il modello della comunicazione di Berlo, il modello della comunicazione di Tatiana Slama-Cazacu, il modello di Newcomb, modello della comunicazione di Westley e MacLean, modello della comunicazione di massa di Riley & Riley, il modello della comunicazione di massa di Dance.
I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Atreyu di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Processi culturali e comunicativi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università La Sapienza - Uniroma1 o del prof Ciofalo Giovanni.
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