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con Durex
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amoreMeno di un giovane su due (43,4%) utilizza sempre il preservativo, dato che diventa ancor più preoccupante se confrontato con i risultati passati, in costante decrescita dal 57% del 2019. La fascia 11-13 anni è quella che preoccupa di più, con un 55,6% che dichiara di non utilizzare nessun metodo contraccettivo.

Quella che emerge dall’Osservatorio Giovani e Sessualità di Durex in collaborazione con Skuola.net, giunto nel 2023 alla sua sesta edizione, è una fotografia preoccupante, specchio di una realtà sempre più complessa, che rende evidente un approccio dei giovani molto spesso inconsapevole ai temi della sessualità e affettività, basato su conoscenze a volte errate e su informazioni confuse che determinano comportamenti a rischio per sé stessi e per gli altri.

I dati 2023: comportamenti a rischio tra i giovani ed educazione sessuale quasi assente

Alla ricerca, condotta da Durex e Skuola.net con il supporto di EbiCo – una cooperativa sociale ONLUS riconosciuta come Spin-Off Accademico dell’Università di Firenze - hanno aderito nel 2023 più di 15.000 giovani tra gli 11 e i 24 anni. E non si tratta di persone a caso, ma di ragazzi e ragazze che fanno parte della community di Skuola.net. E questo articolo è anche l'occasione per ringraziarli di essersi confidati con noi su un tema così delicato.

Ma torniamo ai dati: tra i giovani intervistati il 38,7% afferma di aver avuto il primo rapporto sessuale tra i 17 e i 18 anni, in aumento rispetto al 2022 quando la fascia preponderante era 15-16 anni, ma c’è anche chi dichiara di aver avuto la sua prima esperienza prima dei 13 anni (11,6%) in aumento del 4,1% rispetto all’anno scorso.
Parlando di contraccezione, il 62,5% dei giovani intervistati dichiara di affidarsi al coito interrotto e oltre il 39,3% (+3,6% rispetto al 2022) lo definisce erroneamente come un metodo efficace contro gravidanze indesiderate o Infezioni Sessualmente Trasmesse, con le percentuali più elevate tra i giovanissimi nella fascia 11-13 anni. La consapevolezza in merito all’inefficacia del coito interrotto sembra infatti crescere con l’età, sebbene questo non sia un deterrente al suo utilizzo.

La situazione è poi ulteriormente aggravata dallo scarso confronto e dialogo, a scuola e in famiglia. I giovani, infatti, non sembrano sentirsi a loro agio nell’affrontare questa tematica a casa: il 45,3% dichiara di rivolgersi ad Internet per chiarire i dubbi in ambito affettivo e sessuale e tra questi la maggior parte lo fa per l’imbarazzo di chiedere a qualcuno (31,6%) e perché non sa a chi rivolgersi (12,8%), con il rischio di esporsi a fake news, informazioni sbagliate e fuorvianti. Solo il 9,3% si rivolge ai genitori – con percentuali in calo negli ultimi tre anni - il 5,9% al medico, il 12% chiede aiuto agli amici oppure, semplicemente, non chiede a nessuno, con la percentuale di questi ultimi che sale notevolmente al 20,3% nella fascia dei più giovani tra gli 11 e i 13 anni. Le motivazioni di questo silenzio e chiusura risiedono nell’imbarazzo e nella vergogna che i giovani affermano di provare nel chiedere o nel parlare con qualcuno di questi temi, oltre che nella mancanza – culturalmente tipica del nostro Paese – in termini di educazione e comunicazione su queste tematiche.

Di fronte a questo scenario complicato e a tratti preoccupante quali potrebbero essere le misure da introdurre? L’educazione in ambito affettivo e sessuale risulta sicuramente la principale, in quanto strumento importante al fine di arginare gli effetti collaterali di un approccio al sesso fatto di scarsa educazione e privo di quei filtri che educatori, esperti e genitori potrebbero porre nei confronti dei giovanissimi. In Italia, però, a differenza di altri Paesi, l’educazione sessuale non è materia obbligatoria ed è scarsamente diffusa o mal strutturata, ma i giovani la chiedono: dall’Osservatorio, infatti, emerge che il 93,7% degli intervistati crede che l’educazione alla sessualità e all’affettività dovrebbe essere offerta come materia nel curriculum scolastico.

L’impegno di Durex nelle scuole di Milano con il programma “a luci accese”

Alla luce di quanto emerso dall’Osservatorio “Giovani e Sessualità” e della contestuale situazione nel nostro Paese, con i recenti fatti di cronaca a testimoniare l’urgenza di intervenire nei confronti dei giovani con programmi di supporto e di educazione, Durex, leader nel mercato del benessere sessuale, sente la responsabilità di offrire una soluzione che possa portare un impatto positivo sull’educazione dei giovani e sulla prevenzione sociale e sanitaria, partendo dall’educazione dei giovanissimi alle emozioni, all’amore, al fine di costruire un mondo in cui bambini educati correttamente all’affettività diventino adulti sani, consapevoli e felici.

L’iniziativa, che rappresenta un primo concreto passo in Italia nella direzione dell’educazione affettiva e sessuale nelle scuole e che dà ulteriore sostanza all’impegno del brand maturato nel corso degli anni, nasce con il molteplice obiettivo di porre le basi per rapporti “sani”, fondati su rispetto, consenso e conoscenza di se stessi e di fornire informazioni chiare e corrette rispetto alla sfera della sessualità, sviluppando nuova consapevolezza relativa alle Infezioni Sessualmente Trasmissibili e alla prevenzione, in particolare nei benefici dell’utilizzo del preservativo.

L’attività educativa “A Luci Accese”, curata dall’Associazione ALA MILANO ONLUS, un’associazione no profit che si occupa di tutela della salute e promozione del benessere delle persone, ha ricevuto il patrocinio del Comune di Milano ed è già attiva nelle scuole di Milano da ottobre, con l’obiettivo di raggiungere attivamente 23.000 studenti, con il supporto di esperti educatori/educatrici, psicologi/psicologhe e sessuologi/sessuologhe. Ciascuna delle scuole aderenti avrà accesso a laboratori di educazione affettiva e sessuale, conferenze e incontri con esperti, docenti, genitori e personale scolastico, con momenti dedicati al feedback e alla restituzione al termine delle attività e con la somministrazione di un questionario pre e post interventi, al fine di valutare le conoscenze acquisite e il gradimento rispetto alle tematiche trattate. In queste occasioni saranno inoltre proposte attività interattive (giochi, quiz, role playing, dibattiti, etc.) e momenti di riflessione e condivisione in piccoli e grandi gruppi, oltre a garantire uno spazio di ascolto non giudicante che faciliti l’emersione di domande e vissuti personali.

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