Proust, Marcel – Alla ricerca del tempo perduto

Proust, Marcel – Alla ricerca del tempo perduto

“Alla ricerca del tempo perduto” rappresenta uno dei capolavori di Marcel Proust, che venne pubblicato nell’arco di anni dal 1913 al 1927 suddiviso in sette volumi diversi: Dalla parte di Swann, All’ombra delle fanciulle in fiore, I Guermantes, Sodoma e Gomorra, La prigioniera, La fuggitiva nota anche come Albertine Scomparsa e infine anche Il tempo ritrovato. Si presenta dunque come un’opera complicata, anche dal punto di vista stilistico, Proust infatti va a mescolare e riprendere in momenti diversi le stesse tematiche, tutto racchiuso dai periodi mastodontici tipici del suo stile, questo gli costò anche diverse critiche in particolare nella fase iniziale di pubblicazione. Lo stesso impianto narrativo si ripete nel corso delle diverse opere e proprio per questa ragione va anche a simboleggiare perfettamente quella che era la mentalità contorta dell’uomo del primo novecento, scosso dal clima di terrore e bellico ma anche dalla confusione di teorie come quella della psicoanalisi. “La ricerca” viene raccontata interamente in prima persona ma non si presenta come un romanzo autobiografico anche se il lettore scopre dopo alcune pagine che il narratore si chiama Marcel, proprio l’autore francese, ed è proprio da lui che si apre il confusionario filone di idee che intreccia in sé passato, presente e futuro. In particolare la narrazione si sofferma sul contrasto sociale che da secoli domina la differenziazione tra il mondo della borghesia e quello dell’aristocrazia, destinate a fondersi in un unico ceto sociale in quanto la borghesia andrà ad arricchirsi tramite il lavoro e l’aristocrazia a perdere tutta la ricchezza che era stata tramandata di generazione in generazione. Questa opposizione si nota già inizialmente in un racconto da parte di Marcel che mentre camminava per la città francese di Combay, quando osservando i dintorni nota la presenza di un nobile castello della famiglia Guermantes da una parte, mentre dall’altro ciglio della strada era stata più recentemente costruita la tenuta familiare del borghese Charles Swann.

Quest’ultimo aveva una figlia, di cui Marcel si innamora perdutamente ma il loro amore non si presenta come una relazione stabile e duratura, bensì burrascosa e intermittente, in una di queste pause Marcel intraprende una relazione con un’altra ragazza di nome Albertine, che tiene rinchiusa in casa sua ma anche in questo caso il ragazzo non riesce a mantenere un rapporto stabile, qui però si scoprirà che la ragione si trova nell’omosessualità della ragazza. Marcel ragiona su tutti questi accadimenti, spaventandosi non tanto dello stato del suo aspetto fisico invecchiato, quanto invece della brutalità della sua anima.